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Una notte "mundial" in piazza con gli immortali di Spagna '82

Una grande serata a 40 anni dal trionfo ai Campionati del mondo di calcio

Una notte "mundial" in piazza con gli immortali di Spagna '82
Pubblicato:

di Enzo Bucchioni


Certe notti…certe notti può succedere di tutto.

Può succedere anche che quaranta anni dopo, come in una favola, d’incanto, ci si possa ritrovare in piazza a giocare la finale dei campionati del mondo del 1982. Quaranta anni dopo, appunto da una serata che nessuno potrà mai dimenticare. Quella dell’11 luglio.

La stessa emozione, la stessa empatia, quell’energia positiva che avvolgeva il Santiago Bernabeu di Madrid nella sfida fra Italia e Germania sotto gli occhi di Pertini, l’hanno riassaporata a Montecatini cinquecento persone felici di vedere, toccare, abbracciare, ascoltare sei campioni del mondo. I campioni del mondo del 1982: un pezzo di storia del nostro paese.  Un grande tributo fortemente voluto dall’amministrazione comunale Baroncini per una squadra leggendaria, un patrimonio dello sport mondiale e non solo italiano. Il tutto e non a caso, nel giorno in cui ricorreva il secondo anniversario dell’ingresso delle Terme fra i siti patrimonio dell’umanità.

La Nazionale del 1982 e le Terme di Montecatini, ciascuna a loro modo, sono davvero un grande patrimonio per tutti. Questa Nazionale è un patrimonio di affetti, di ricordi, di sensazioni. E la serata in piazza del Popolo, l’ha celebrata come meglio non avrebbe potuto.

Giancarlo Antognoni, Giuseppe Bergomi, Antonio Cabrini, Franco Causio, Francesco Graziani e Paolo Rossi, ascoltare questi nomi è melodia. Chiudete gli occhi e provate a sognare questi ragazzi, rivedeteli nella mente mentre corrono sui campi di Spagna, battono prima l’Argentina di Maradona e il Brasile di Zico poi, con quella bella maglia azzurro scuro, lo sguardo fiero e i capelli al vento. Senza dimenticare la semfinale con la Polonia prima del tripudio dell’11 luglio.
Molti di questi campioni e di quei momenti sono la colonna sonora delle nostre vite.

piazza montecatini termeHanno segnato un’intera generazione. Li ricordiamo ancora: Antognoni, Bergomi, Cabrini, Causio, Graziani e Paolo Rossi, quasi metà di quella straordinaria squadra, ancora insieme, ancora amici si sono ritrovati sul palco di Piazza del Popolo con lo stesso spirito, lo stesso entusiasmo, la stessa simpatia di quelle sere quando apparivano negli schermi di molte tv ancora in bianconero.

E sì, anche «Pablito» Rossi. Purtroppo non c’era e non ci sarà mai più, ma la sua presenza è stata palpabile, quasi come se su quel palco ci fosse davvero anche lui, con il suo sorriso, con la sua voglia di trasmettere allegria come dopo ogni gol. Con le braccia al cielo.  Di lui hanno parlato tutti i compagni, lo hanno raccontato anche nei risvolti più segreti che hanno portato al trionfo grazie ai suoi gol. Cabrini era il suo compagno di camera e per la prima volta ha rivelato: «Se ho sbagliato il rigore in finale è stato anche un po’ per colpa di Paolo». Ma non è stata un’accusa, semmai un’altra affettuosa carezza. «E’ passato dietro di me quando ero già sul dischetto e mi ha chiesto: te la senti? Ho perso un po’ di concentrazione», ha spiegato. «Ci abbiamo riso su tante volte, lui poi si è fatto perdonare: ha rimediato subito segnando anche il primo gol della finale». S’è capito da queste e da altre parole, perché l’Italia ha vinto quel mondiale: in campo c’erano undici uomini veri prima che undici giocatori.

Ma l’emozione più viva è stata quella di ascoltare Federica Cappelletti, la moglie di Rossi, la mamma delle due splendide bambine di Paolo, parlare di un campione e di un babbo straordinario. Ha spiegato Federica: «Ogni giorno devo fare qualcosa per tenere viva la sua memoria per le nostre figlie, anche se non ce ne sarebbe bisogno».

Paolo «Pablito» Rossi è fra gli Immortali. L’uomo che ha fatto piangere il Brasile al punto che anni dopo, durante un viaggio a Rio, un tassista l’ha riconosciuto e fatto scendere dal suo taxi. La ferita era ancora aperta. Anche questa l’hanno raccontata l’altra sera, con il sorriso e l’ironia che ha fatto vivere alla piazza del Popolo una di quelle notti che, come dicevamo, sarà impossibile dimenticare. Ma s’è parlato, naturalmente, pure di altre figure mitiche, come quelle di Bearzot e Scirea.
«Il cielo è azzurro a Montecatini», l’abbiamo chiamata così questa serata presentata con eleganza da Alessandro Martini. Ho avuto l’onore di intervistare questi ragazzi e quarant’anni dopo, anche a me, sono sembrati sempre gli stessi. «No Bergomi è più giovane oggi», ha scherzato Ciccio Graziani.

L’organizzazione affidata a Nicola Stagi ha trasformato Piazza del Popolo in un teatro, e quando uno sponsor attento come il Centrale con tutto lo staff e il prezioso Federico, fa le cose solo per una grande passione e per l’attaccamento alla città, i risultati si vedono.

Un fascio di rose rosse donato da Ina Frumos, madrina della serata, a Federica Cappelletti e il grazie di Montecatini ai campioni con una targa del sindaco Luca Baroncini, le musiche di Rocky, dei Queen e l’inno di Mameli che fa sempre scattare in piedi, hanno chiuso una serata che non avrebbe dovuto finire mai…

 

 

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