Lago d’Orta

Lago d’Orta: un'autentica piccola gemma, uno dei più suggestivi luoghi del Piemonte

Incastonato nel verde della natura, circondato da romantici borghi, straordinari panorami e tesori di spiritualità

Lago d’Orta: un'autentica piccola gemma, uno dei più suggestivi luoghi del Piemonte
Pubblicato:
Aggiornato:

Il Lago d’Orta è un'autentica piccola gemma, uno dei più suggestivi luoghi del Piemonte. Incastonato nel verde tra le Alpi e le colline boscose di castagno, faggi e pini silvestri, le sue rive sono caratterizzate da pittoreschi borghi antichi e straordinari panorami. Questo lago è una destinazione ideale per famiglie, coppie in cerca di un romantico momento di relax, amanti di sport, estremi e dolci, giovani e meno giovano che amano la natura.


Tutti i paesi rivieraschi meritano una visita, come Omegna, il centro urbano principale nel punto più settentrionale del lago con il suo bel lungolago e il mercato del giovedì, o Pettenasco sul versante orientale, un piccolo paese storico che si è sviluppato con diversi hotel, ristoranti, bar e campeggi sul lungolago panoramico. Un po’ più a sud, però, ecco i più noti protagonisti. L’Isola di San Giulio, l’unica del lago, è dominata dalla sua splendida basilica e un’abbazia benedettina abitata da silenziose monache che vigilano sulla Via del Silenzio. E sulla penisola antistante il magico borgo medievale di Orta San Giulio, luogo di altrettanto fascino per chi ama la pace e la tranquillità. E poi il Sacro Monte di Orta, patrimonio Unesco insieme agli altri Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, realizzato nel 1590 su modello di quello di Varallo. Qui viene racconta la storia di San Francesco di Assisi attraverso 20 belle cappelle dall’architettura rinascimentale, elegante e austera, situate nel parco panoramico sopra le case di Orta. Grazie agli affreschi che creano l’ambiente e l’atmosfera, le statue policrome di grandezza naturale sembrano recitare la vita del santo in un grande teatro all’aperto.
Dalla parte opposta del lago, poi, non va dimenticato il santuario della Madonna del Sasso, detto il “balcone del Cusio”, terminato nel 1748 e consacrata nel 1771: senz’altro il luogo più panoramico del Lago D’Orta.

Una meta di sapori: cucina per tutti i gusti che valorizza il nostro territorio

L'intervento di Oreste Primatesta, presidente dell’Unione turistica del Lago d’Orta (www.lagodorta.piemonte.it)

Oreste Primatesta

Non portate il panino da casa. Non fatevi questo torto, perché arrivare sul Lago d’Orta senza provarne la cucina, per tutti i gusti e per tutte le tasche, significa non conoscere a fondo i punti forti di un territorio che ha tanto da dire e raccontare anche attraverso i suoi sapori. La geografia, innanzitutto: le riviere cusiane sono una terra di mezzo, un fulcro d’incontro tra i sapori di pianura e di montagna, oltre a un insieme di espressioni proprie dell’ambiente lacustre. Basta posizionarsi a metà lago, e guardare a sud e a nord per averne la riprova: alle spalle della torre di Buccione, verso Gozzano e Borgomanero, si perdono gli orizzonti di una pianura che si ferma solo di fronte all’appennino ligure, molto al di sotto la linea del Po, attraversando le terre di risaia e le colline vinifere che, in realtà, arrivano quasi di rimpetto alle coste del lago. Dalla pianura sale fin qui anche la tradizione dei formaggi stracchini, come il Gorgonzola, di cui la provincia di Novara detiene il primato produttivo. A nord, invece, ci sono le Alpi con i loro formaggi e salumi, oltre a tradizioni di influssi lontani, come quelle della cucina walser che si spinge fino in Valsesia e in Val Strona. Il lago mette il resto, con i suoi pesci, oppure con i prodotti dell’orto che circondano la riviera. E, anche qui, i formaggi vaccini e caprini, e i dolci di tradizioni lontanissime, come le fugasce di frolla ancora tanto diffuse sulla riviera occidentale. La ristorazione, qui, è di livello: il Lago d’Orta è terra di cuochi, che da oltre un secolo varcano da protagonisti le cucine dei principali alberghi nel mondo. Esperienze di rilievo che hanno contribuito a rendere il territorio un’ambita meta gastronomica, dove cucina territoriale e internazionale si incrociano in un legame stretto. Sono tantissime le strutture che assicurano una ristorazione di qualità: dal ristorante di territorio, all’agriturismo, fino alle mete gourmet premiate dalla Guida Michelin con la stella del ristorante Al Sorriso a conduzione della famosa chef Luisa Vallazza, la Locanda di Orta con lo chef Andrea Monesi o, addirittura, la doppia stella Villa Crespi, con al timone lo chef-star Antonino Cannavacciuolo.
Cucina internazionale, cucina di lago e territorio, ma anche cucina di montagna: ad esempio in Valstrona, dove resiste la tradizione del capretto arrosto, una prelibatezza autentica, o sul Mottarone, dove tra le altre cose si possono trovare le tipiche tome e i funghi porcini, dal tapulone borgomanerese, che si mangia con la polenta o con le patate e accompagnato con un buon bicchiere di vino Docg delle colline novaresi.
Non resta che scegliere, sedersi a tavola e assaggiare: guardando al lago, pensando a un grande passato, immaginando il futuro gustando l’incedere del tempo tradotto nei piatti che distillano l’essenza di un territorio.

Pedalando intorno al lago

Il Lago d’Orta è certamente un luogo perfetto per gli amanti della bicicletta, sia da strada che mountain bike. E anche per le più moderne e-bike.
Le strade e i sentieri che circondano il lago soddisfano anche i ciclisti da strada, che in 45 km possono fare il giro completo attraversando i caratteristici paesi. Mentre per gli amanti della mountain bike è proprio ideale splendide colline e cime montane poco distanti, con suggestivi boschi e pascoli dove i sentieri sono ben puliti e segnalati per la gioia di chi pedala in su e in giù, in lungo e in largo. Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta, sia nel versante del Mottarone che nel versante di Quarna e Boleto.
Invece, per chi vuole godere di questi bellissimi luoghi faticando un po’ meno ci sono diverse realtà che propongono soluzioni per il noleggio di bici elettriche e senza servo assistenza. Non mancano ovviamente i ricaricatori elettrici pubblici.

Il Sacro Monte di Orta racconta la storia di San Francesco

2db5910a-0862-4683-a6c2-492b1b9514b8
Foto 1 di 2

Sacro Monte di Orta

eb8213f3-4dd8-4040-a44b-edd1279270ee
Foto 2 di 2

Sacro Monte di Orta, interno della Cappella XX - Canonizzazione di san Francesco (Cappella Canobiana)

Il Sacro Monte di Orta si trova a circa 400 metri di altitudine in una magnifica posizione panoramica sull’abitato di Orta e sul lago. Un tempo le sue pendici erano scandite da terrazzamenti coltivati a viti e alberi da frutta alternati a prati e boschi di castagno. Oggi il territorio della Riserva è di 13 ettari, suddivisi in due zone: le pendici della collina con i boschi di latifoglie e l’area monumentale dove la vegetazione fu, sin dalle origini, organizzata per fare da complemento alle architetture, per guidare il pellegrino lungo il percorso religioso. Un percorso che si snoda, in un ambiente ora a giardino ora a bosco, tra le venti cappelle al cui interno sono illustrati con sculture e pitture gli episodi della vita di san Francesco in analogia con la vita di Gesù.
Le scene, popolate da statue e dipinti di grande realismo, vedono alternarsi atmosfere intime e naturali di primo Seicento con la vivace teatralità barocca di fine secolo a opera di importanti artisti quali i Fiammenghini, Morazzone, Cristoforo Prestinari, i fratelli d’Enrico, Dionigi Bussola e molti altri.
La Riviera di San Giulio, cioè la zona intorno al lago, sin dall’XI secolo era governata dal vescovo di Novara. Si narra che nel 1538 la scultura lignea della Madonna della Pietà (XIV secolo), ancora visibile sull’altare principale del santuario intitolato a san Nicolao di Mira, operò svariati prodigi determinando un forte incremento della devozione. Nel 1583 la comunità decise di costruire il complesso francescano in cima al colle, iniziato nel 1590. Per il successo del progetto fu fondamentale il ruolo del vescovo Carlo Bascapè (1593-1615), principe della Riviera, che curò la regia dei lavori insieme all’architetto cappuccino Cleto da Castelletto Ticino.

Seguici sui nostri canali