Il libro

Giorgio Panariello: “Chi ha lasciato morire mio fratello vivrà nel rimorso”

Un libro verità che racconta la storia di dolore e sofferenza che ha accompagnato il celebre attore comico per tutta la vita.

Giorgio Panariello: “Chi ha lasciato morire mio fratello vivrà nel rimorso”
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Giorgio Panariello: “Chi ha lasciato morire mio fratello vivrà nel rimorso”

 

“Io sono mio fratello”: si intitola così il libro (edito da Mondadori) con cui Giorgio Panariello racconta il
dramma familiare che si nasconde dietro alla morte di suo fratello Franco, trovato morto assiderato il 27
dicembre 2011 sul Lungomare di Viareggio. Un libro verità che racconta la storia di dolore e sofferenza
che ha accompagnato il celebre attore comico per tutta la vita: figli della stessa madre ma di padri diversi
(rimasti entrambi ignoti) Franco e Giorgio sono andati incontro a destini opposti per pura casualità.
Giorgio, il maggiore, venne affidato ai nonni materni che lo hanno cresciuto come un figlio. Franco
invece venne affidato ad un istituto. Così le strade dei due fratelli si separarono per sempre: Giorgio riesce
a intraprendere una brillante e meritata carriera artistica; Franco invece inizia il proprio calvario fatto di
eroina e tossicodipendenza. Nonostante l’aiuto del fratello e i tentativi di disintossicazione anche a San
Patrignano, il 27 dicembre 2011 Franco andò incontro la proprio destino: dopo un Natale sereno, Franco
passa una serata con amici probabilmente bevendo un po’ troppo; si sente male ma chi è con lui anziché
portarlo a un Pronto soccorso lo abbandona in stato di incoscienza in un cespuglio sul lungomare di
Viareggio, dove Franco trova una morte orribile per ipotermia. Ne segue un processo che alla fine vede
gli “amici” di Franco condannati solo per omissione di soccorso. Giorgio Panariello ha commentato così
la vicenda: “Ogni volta che sentiranno il mio nome, ogni volta che una sirena risuonerà nella notte, la loro
mente tornerà a quella sera, a quello che hanno fatto e soprattutto a quello che non hanno fatto. Questa è
la loro condanna a vita, il loro ergastolo”.

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