Ospedale e territorio: il ruolo della medicina convenzionata

Ospedale e territorio:  il ruolo della medicina convenzionata
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E’ il tema del convegno organizzato dall’Azienda Usl Toscana Centro, domani al Teatro della Compagnia di Firenze.

Ospedale e territorio

Il cambiamento organizzativo delle aziende sanitarie toscane, la collaborazione tra ospedale e territorio per migliorare la qualità dei servizi sono i temi del convegno dal titolo “I processi di cambiamento organizzativo delle aziende sanitarie e il ruolo della Specialistica Convenzionata Interna” organizzato dall’Azienda Usl Toscana Centro. Ne parleranno domani sabato 5 ottobre dalle ore 8,30 presso il Teatro della Compagnia, via Camillo Cavour 50/R a Firenze, alcuni professionisti delle aziende sanitarie toscane insieme ai rappresentati delle istituzioni.

La tematica

In un periodo in cui il numero dei medici specialisti è in riduzione, la medicina specialistica convenzionata interna rappresenta quell’integrazione tra ospedale e territorio necessaria alla gestione non solo delle acuzie, ma soprattutto delle persone più fragili che ripetutamente richiedono necessità di accedere ai servizi sanitari.

Tra i presenti all’iniziativa: il dottor Giancarlo Landini, direttore dipartimento medico e specialistiche mediche Azienda Usl Toscana Centro, il dottor Stefano Michelagnoli, direttore Dipartimento chirurgico Azienda Usl Toscana Centro e il dottor Daniele Mannelli, direttore Rete territoriale Azienda Usl Toscana Centro.

La dottoressa pratese responsabile del convegno

"Da una corretta organizzazione e coinvolgimento della Specialistica Convenzionata Interna- sottolinea la dottoressa Lucia Pierazzoli, specialista in oftalmologia presso l’Ospedale Santo Stefano di Prato e responsabile scientifica del convegno- potrà nascere un nuovo paradigma socio-sanitario più focalizzato sulla prevenzione, diagnosi, trattamento e riabilitazione non solo in ospedale, ma anche sul territorio per una umanizzazione della medicina ed una presa in carico del malato complesso che sarà sempre più coinvolto, come parte attiva, nei percorsi di cura.”

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