Nuove piste ciclabili a Pistoia: c'è chi dice no

Nuove piste ciclabili a Pistoia: c'è chi dice no
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L’Amministrazione Tomasi annuncia lo studio di fattibilità di tre nuove piste ciclabili cittadine ma l’associazione Palomar non ci sta.

Nuove piste ciclabili

L’associazione Palomar critica sulla presentazione dello studio di tre nuove piste ciclabili in città.

“Dopo aver chiuso in un cassetto il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile già adottato dal Consiglio Comunale a marzo del 2017, aver cancellato i progetti di ciclabilità del piano degli investimenti, annullato la previsione della pista ciclabile dalle Fornaci a Via Sestini nell’Area Pallavicini, e quella originariamente proposta nella Variante di Via Ciampi-Via Gonfiantini, ora l’Amministrazione Tomasi annuncia lo studio di fattibilità di tre nuove piste ciclabili cittadine, e motiva la scelta con toni ambientalisti, evocando dati tecnico-scientifici sull’inquinamento dell’aria”.

Tre considerazioni in merito

  1. Questa “riconversione ecologica” della Giunta Tomasi segue: la riapertura del Varco di San Vitale finalizzata a favorire l’accesso dei mezzi privati nel centro urbano (a proposito, aspettiamo la pubblicazione dei rilievi di traffico, perché  la riapertura – partita quasi due anni fa, ormai – doveva essere sperimentale e soggetta a verifica); la trasformazione in parcheggio di Piazzetta delle Scuole Normali e Piazza della Sapienza, poi di nuovo pedonalizzate solo grazie all’intervento dei consiglieri Alberti e Bonacchi; la cancellazione della pedonalizzazione della piazza limitrofa alla Biblioteca San Giorgio; l’annullamento di fatto della pedonalizzazione nell’area del Ceppo con il nuovo Accordo di Programma ora firmato.

  2. Le “nuove” tre piste ciclabili vengono riesumate dal tanto vituperato Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, che prevedeva l’estensione della ciclabilità non per 1.120 metri, ma per 21 km. Sarebbe interessate sapere cosa vuol fare l’amministrazione Tomasi dei restanti 19 km e 880 m.

  3. Lo studio di fattibilità è funzionale alla partecipazione al bando ministeriale sulla mobilità urbana sostenibile, con risorse assai impegnative sia per il Ministero sia per il Comune. E’ evidente che questa opportunità ha spinto la Giunta comunale a rispolverare un po’ di mobilità dolce, non troppo impattante ma semplicemente orientata a riconnettere (in parte) piste ciclabili già esistenti. Ci chiediamo se l’amministrazione intenda andare avanti anche nel caso di mancato o solo parziale finanziamento.

Conclusioni

“Ancora una volta, la giunta Tomasi ritira fuori progetti precedenti, ma svincolati da un quadro generale – che è il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile – produrranno un impatto zero sull’ambiente e potenziale spreco di risorse. Desidereremmo conoscere i piani ambientali dell’amministrazione comunale, quelli che realmente incidono su quell’emergenza climatica che il Consiglio Comunale si appresta a  dichiarare”.

 

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